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5 dettagli che gli uomini trovano irresistibili in noi donne. (clicca la foto)


Noi donne siamo piene di insicurezze e ci convinciamo, stupidamente, che se non abbiamo le labbra della Jolie, il seno della Bellucci o lo stacco coscia di Heidi Klum, quel ragazzo che ci piace non ci noterà mai. Ma a volte sono proprio i dettagli che saltano meno all’occhio ad attirare di più un uomo e a farlo letteralmente impazzire.

Questa volta voglio iniziare spezzando una lancia a favore del cosiddetto “sesso forte”.
Sarà la prima e l’ultima volta , lo giuro donne! Se è vero che esistono uomini proseliti della filosofia “una donna? Basta che respiri”, ce ne sono molti altri che invece sono un po’ più selettivi ed esigenti, insomma “choosy” per dirla alla Fornero! Ci sono uomini che sanno essere attenti ai dettagli e sono proprio quei particolari che li fanno capitolare ai nostri piedi. Certe piccolezze ci rendono uniche ai loro occhi e fanno in modo che loro vogliano l’esclusiva… e noi non chiediamo altro! Scopriamoli allora questi dettagli:

1) Il modo in cui camminiamo o ci muoviamo. In linea teorica noi donne siamo dotate di grazia, femminilità e sensualità e queste doti dovrebbero venir fuori naturalmente ad ogni passo che facciamo, tutte le volte che ci spostiamo i capelli dal viso o che ci pieghiamo a prendere qualcosa che è caduto a terra. Poi a volte, di fronte ad un bel piatto di pasta o ad una torta ci dimentichiamo di essere il gentil sesso e ci rimpinziamo come dei camionisti che non mangiano da due giorni! Chi ci ama  prenderà tutto il pacchetto!

2) La nostra voce, il modo in cui parliamo e ridiamo. Lui adorerà il nostro tono di voce quando parliamo con lui o con gli altri, quando ridiamo, sopratutto alle sue battute se non abbiamo la voce troppo acuta! Quel tono rompi-timpano, per intenderci. E la nostra risata, sperando non sia un misto tra quella di Raffaella Carrà e Crudelia Demon, ma nemmeno quella risatina ebete da principessa sul pisello e senza cervello de noantri, lo farà impazzire.

3) Il nostro sense of humor, la nostra ironia e sopratutto autoironia. Avere al proprio fianco una donna che sa scherzare, stare al gioco e alle provocazioni (e farne) è un fattore molto apprezzato dagli uomini. Loro amano la nostra autoironia. Quest’ultima infatti è sintomo di grande intelligenza e gli uomini, quelli con la U maiuscola, amano le donne intelligenti che sanno tenere loro testa. I non-uomini, invece, le temono e le tengono volutamente a debita distanza! Ma ben venga che questi omuncoli ci stiano lontani!

4) Il nostro profumo:  non quello che ci spruzziamo a fiumi tutte le volte che usciamo, altro che le 2 gocce di Chanel! Mi riferisco all’odore della nostra pelle, quello naturale che emaniamo da ogni singolo poro e che solo chi ci ama e ci sta accanto sa riconoscere. Quello stesso odore che noi non riusciremo mai a sentire anche se passassimo un’intera ora a sniffarci un braccio! Quel profumo fa impazzire il nostro partner. Perché? Perché solo a lui è dato conoscerlo e goderne, specialmente nei momenti d’intimità.

5) Le nostre insicurezza e la nostra “imbranataggine” e timidezza: Strano ma vero. Alcuni uomini non sanno resistere al fatto che tu sia bella ma pensi di essere un mostriciattolo. Cioè il fatto che ai suoi occhi sei una dea, ma tu non ti rendi conto della tua bellezza, lo fa andare letteralmente fuori di testa (in positivo ovviamente!). E se poi se aggiungiamo che sei anche un piccolo guaio ambulante, che ovunque passi lasci un segno (in negativo!). Che ti imbarazzi, emozioni ed arrossisci ad un complimento o ad una battutina un po’ più piccante… specialmente se poi gli dimostri, in altre situazioni privatissime, che non sei né imbranata né timida!

Voglio concludere facendo un appello a voi donne. Sì, mi rivolgo proprio a voi che forse non vi piacete troppo e  avete l’autostima sotto i piedi in questo periodo. Mi rivolgo a tutte: bionde, more, rosse naturali e non, col fisico a mela e  col fisico a pera, col sedere a mandolino o che non l’avete proprio alla brasiliana, col 35 di piede e col 42. Voi che quando guardate in basso l’unica cosa che vedete sporgere sono i piedi e voi che per troppa grazia quei piedi non riuscite nemmeno a vederli, voi lisce che vi arricciate e voi ricce che vi piastrate, voi veneri tascabili e voi spilungone, voi che siete perennemente a dieta e voi che paghereste per mettere su un etto e non avere quelle ossa che sporgono, voi fototipo “bianco-lenzuolo” e voi con la carnagione olivastra… (e mi fermo ma potrei continuare!).

Voi, proprio voi, andate allo specchio e fatevi un complimento, ditevi che siete una gran gnocca. Saremo pure “dolcemente complicate” ma impariamo a piacerci un po’ di più anche con tutti i nostri piccoli difetti e imperfezioni… piaceremo di più anche agli altri! (robadadonne)

La bicicletta "mangiata" da un albero ! Da vedere ! (clicca la foto)

La bicicletta "mangiata" da un albero e a due metri di altezza, si trova a Vashon Island, nello stato di Washington (USA). Si racconta che sia stata lasciata lì nel 1914 da un ragazzo partito per la guerra e che, ovviamente, non è più tornato. Storia triste, per attirare ancor più l'attenzione, ma falsa. In realtà la bicicletta è lì dal 1954 ed era di Don Puz che, da ragazzo, lasciò la bicicletta vicino all'albero e si dimentico di andare a riprenderla.


Un racconto per riflettere: "Le priorità della vita" (clicca la foto)

Un professore stava davanti alla sua classe di filosofia e aveva davanti alcuni oggetti. Quando la classe incominciò a zittirsi, prese un grande barattolo di maionese vuoto e lo iniziò a riempire di palline da golf. Chiese poi agli studenti se il barattolo fosse pieno e costoro risposero che lo era. Il professore allora prese un barattolo di ghiaia e la rovesciò nel barattolo di maionese. Lo scosse leggermente e i sassolini si posizionarono negli spazi vuoti, tra le palline da golf. Chiese di nuovo agli studenti se il barattolo fosse pieno e questi concordarono che lo era. Il professore prese allora una scatola di sabbia e la rovesciò, aggiungendola nel barattolo; ovviamente la sabbia si sparse ovunque all’interno. Chiese ancora una volta se il barattolo fosse pieno e gli studenti risposero con un unanime ‘Si’. Il professore estrasse quindi due bicchieri di vino da sotto la cattedra e aggiunse il loro intero contenuto nel barattolo, andando così effettivamente a riempire gli spazi vuoti nella sabbia. Gli studenti risero. ‘Ora’, disse il professore non appena la risata si fu placata, ‘voglio che consideriate questo barattolo come la vostra Vita. Le palle da golf sono le cose importanti: la vostra famiglia, i vostri bambini, la vostra salute, i vostri amici e le vostre passioni; le cose per cui, se anche tutto il resto andasse perduto e solo queste rimanessero, la vostra vita continuerebbe ad essere piena. I sassolini sono le altre cose che hanno importanza, come il vostro lavoro, la casa, la macchina… La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se voi mettete nel barattolo la sabbia per prima, non ci sarà spazio per la ghiaia e nemmeno per le palle da golf. Lo stesso vale per la vita: se spendete tutto il vostro tempo e le vostre energie dietro le piccole cose, non avrete più spazio per le cose che sono importanti per voi. Prestate attenzione alle cose che sono indispensabili per la vostra felicità: giocate con i vostri bambini, godetevi la famiglia ed i genitori finché ci sono; portate il vostro compagno/a fuori a cena… E non solo nelle occasioni importanti! Dedicatevi a ciò che amate e alle passioni, tanto ci sarà sempre tempo per pulire la casa o fissare gli appuntamenti. Prendetevi cura per prima cosa delle palle da golf, le cose che contano davvero. Fissate le priorità… Il resto è solo sabbia. Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise: ‘Sono felice che tu l’abbia chiesto.’ Serve solo per mostrarvi che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita: ci sarà sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico! Quando ti sembra di avere troppe cose da gestire nella vita, quando 24 ore in un giorno non sono abbastanza, ricordati del vaso della maionese e dei due bicchieri di vino… “

Un racconto per riflettere: "i momenti della vita..." (clicca la foto)


Ci sono momenti nella vita in cui senti tanto l’assenza di qualcuno che ti piacerebbe tirarlo fuori dai tuoi sogni e abbracciarlo. Sogna quello che desideri sognare… vai dove desideri andare… sii dove desideri essere. Perché hai solo una vita ed una opportunità per fare tutte le cose che desideri fare. Che tu abbia… sufficiente felicità per essere dolce, sufficienti prove per essere forte, sufficiente dolore per essere umano, sufficiente speranza per essere felice.
Collocati sempre nel luogo del “di più”. Se ti doni, donati prevalentemente ad un’altra persona. Le persone più felici non necessariamente hanno il meglio di tutto; semplicemente sfruttano al massimo tutto quello che sta sul loro cammino. La felicità aspetta quelli che piangono… quelli che soffrono… quelli che cercano… quelli che si sforzano… Perché solo queste persone possono apprezzare l’importanza di quelle cose che hanno lasciato un segno nella loro vita. L’amore nasce con un sorriso, cresce con un bacio, e finisce con una lacrima. Il futuro più brillante si ha quando non si valorizza troppo il passato, poiché non vincerai se non lascerai indietro i tuoi errori e le tristezze. Quando nascesti, stavi piangendo, e tutti,attorno stavano ridendo. Vivi la tua vita in maniera che quando si avvicinerà l’ora della tua morte, tu stia sorridendo e quelli che ti stanno accanto stiano piangendo. Che le persone che ti amano ti mantengano nel palmo della loro mano, e che gli angeli ti custodiscano sempre.

Un racconto per riflettere: "La farfalla e l'uomo gentile" (clicca la foto)


Un giorno, apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava per caso, si mise a guardare la farfalla che per varie ore, si sforzava di uscire da quel piccolo buco. Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa dimensione. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non avesse più la possibilità di fare niente altro. Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo. La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento. L’uomo continuò ad osservare perché sperava che, da un momento all’altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a volare. Non successe nulla! In quanto, la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. Non fu mai capace di volare. Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l’intenzione di aiutare non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare. Era la forma con che Dio la faceva crescere e sviluppare. A volte, lo sforzo e’ esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.
Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo. Non potremmo mai volare.

Chiesi la forza… mi son state date difficoltà per farmi forte.
Chiesi la sapienza… mi son stati dati problemi da risolvere.
Chiesi la prosperità… mi e’ stato dato cervello e muscoli per lavorare.
Chiesi di poter volare… mi son stati dati ostacoli da superare.
Chiesi l’amore… mi son state date persone con problemi da poter aiutare.
Chiesi favori… mi son state date opportunità.

Non ho ricevuto niente di quello che chiesi… però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno .

Vivi la vita senza paura, affronta tutti gli ostacoli e dimostra che puoi superarli.

UOMO E DONNA. Differenze prima di andare a letto. (clicca la foto)





Dedica questo link alle donne fenomenali che conosci e magari anche a qualche uomo che non fa mai male. (Se non riesci a visualizzare bene il video,  guardalo direttamente su Youtube cliccando qui)

Un racconto per riflettere: "Mamma quanto prendi all'ora...?" (clicca la foto)


“Mamma, quanto guadagni all’ora?” chiese un bambino a sua madre che tornava da lavoro. La madre con tono severo rispose: “Non seccarmi, sono molto stanca”. ”Ma mamma”, insisteva il bambino, “per favore dimmi quanto guadagni all’ora”. La madre allora gli disse: “8 euro per ora!”. “Mamma, puoi prestarmi allora 4 euro ?” chiese il bambino. La madre si arrabbiò e rispose a suo figlio:”Allora era per questo che volevi sapere quanto guadagnassi? Vai a letto e non seccarmi bambino egoista”. Durante la notte, ripensando a ciò che era successo la madre cominciò a sentirsi in colpa. Probabilmente suo figlio aveva bisogno di quei soldi per comprare qualcosa di importante. Così andò nella camera del figlio e gli disse: ”ecco, qui ci sono i 4 euro che mi avevi chiesto”. “Grazie mamma” rispose il bambino. A questo punto prese degli altri soldi e disse: “Ora ho abbastanza soldi mamma. Ho 8 euro! Vuoi vendermi un’ora del tuo tempo?”

(Dedichiamo più tempo ai nostri figli…)

Un racconto per riflettere: "La nostra buona stella" (clicca la foto)

C’era una volta e c’è ancora… un cielo blu pieno di stelle. Era notte e la piccola Anna guardava le stelle dalla finestra della sua cameretta tinta di rosa. S’incantava a guardarle mentre pregava Gesù di mandarle una sorellina, perché si sentiva tanto sola. - Come brillano! Mamma, da dove vengono le stelle? Perché di giorno non ci sono ed arrivano solo di notte ? - Tesoro - rispose la mamma - di giorno le stelle ci sono, siamo noi che non le vediamo, perché sono tanto lontane. Noi vediamo solo il Sole che è la stella più vicina. Pensa, il Sole è una delle stelle più piccole, è una stella nana - Una stella nana ??? Ma il Sole è il sole ! E le stelle di giorno non ci sono nel cielo. Sono sicura che vanno a dormire e la notte stanno sveglie e fanno la guardia al mondo - Aggiunse Anna, soddisfatta di saperne più della mamma. - Non è proprio così - aggiunse la mamma paziente - ma ora vai a dormire e saluta le stelle. Ti accendo la lucina -.
Anna sbuffò e saltò sul morbido letto. - Loro non hanno paura del buio come me, perché sono tante. - Disse Anna piagnucolando. La mamma le diede un bacio sulla guancia e le rimboccò le coperte. In un attimo Anna fu tra le braccia del sonno. Cari bambini, nel cielo le stelle sembrano vicine, ma non lo sono ed anche ad una stella può capitare di sentirsi sola. - Cosa faccio qui sola - sbuffò Stellina - sono stanca di stare qui al buio ogni notte. Non so con chi parlare e non posso giocare con nessuno. Stellina guardò in basso, verso la Terra e sospirò: Lì sulla Terra ci sono tanti bambini allegri, felici e chiacchieroni che dormono di notte e di giorno giocano. Io, invece, sono qui a non fare niente. Niente. Uffa. Si lamentava Stellina. La voce di un’altra stella le sarebbe giunta dopo tre giorni tanto era lontana da lei. E questo non la confortava. - Ho paura del buio. Non voglio stare al buio sola sola. Piangeva Stellina ed alcune sue lacrime caddero sulla terra. La mamma di Anna, che era vicino alla finestra, pensò che piovesse. Quella notte Stellina si accorse che da una finestra di una casetta sulla Terra giungeva una lucina fioca fioca. - Che sia caduta lì una stella ? - Si chiese, asciugandosi le lacrime. Cosa fece Stellina? Piano piano scese a vedere e … cosa vide? Vide una cameretta rosa, una bimbetta che dormiva e sul comodino una lucina accesa. - Oh! - esclamò meravigliata Stellina - Una bambina che ha paura del buio come me. Però, lei ha una luce vicino ed io no. Proprio in quel momento, Stellina vide entrare la mamma della bimba che sistemò le coperte, accarezzò il viso della piccola e … spense la luce. - Ohi ! Cattiva - disse Stellina - Ora anche lei avrà paura. Ma… ci penserò io. Sì. Starò qui tutta la notte a fare un po’ di luce. Stellina era felice di stare lì. Si sentiva utile. E così fece per una notte, per due notti, per venti, per quaranta … duecento notti e più. Stava sempre lì. E quando vedeva la mamma della bimba spegnere la luce, faceva l’occhiolino alla piccola Anna e sussurrava: - Dormi tranquilla. Ci sono io qui - . Quando Anna qualche volta si svegliava in piena notte, guardava verso la finestra e vedeva quella luce strana. Ma non aveva paura. Aveva capito che quella era una stella tutta per lei. Sapeva che non era possibile, ma ci credeva. Ci voleva credere. Quella stella apparteneva alla notte come i suoi sogni. Anche Stellina era ormai entrata nei sogni di Anna e ci stava tanto bene. Insieme la notte passava prima e nessuno aveva più paura. - Anna, svegliati ! Devi andare a scuola - . Anna strofinò gli occhi. Saltò giù dal letto. - C’è il sole - le disse la mamma. - Sì, ora c’è il sole - sorrise Anna . Poi, sussurrò alla mamma - Non parlare ad alta voce … sss…c’è qualcuno che dorme! Si avvicinò alla finestra. Mandò un bacio al cielo e facendo l’occhiolino, disse: - Grazie. Buonanotte Stellina!
Ti è piaciuta la storiella di Anna e di Stellina? Anche tu dormi con una piccola luce accesa? Sì? Allora, questa sera, falla spegnere dalla tua mamma e dormi tranquillamente, perché Stellina verrà vicino alla tua finestra e ti sorriderà.

Un racconto per riflettere: "La pecora 72" (clicca la foto)

Sono la pecora numero settantadue. Lo so con certezza perché questo è il numero dipinto con la vernice sul mio posteriore. Per facilitarsi il compito di contare le pecore, il pastore ha scritto un numero sul  dorso di ogni pecora.  Così so anche che siamo in cento.
La numero cento è una pecora che stilla boria da ogni ricciolo di lana. Credo abbia il numero cento solo perché è quella con il di dietro più grosso.
Ma io sono la settantadue. Significa che non sono tra  le prime quando il gregge si muove, né  sono tra le ultime. Sto in mezzo, affogata nella mediocrità assoluta. In realtà non sono nessuno. Sono sfruttata, come le altre: portano via la lana, il latte e anche gli agnellini. Sono un animale. Servo a produrre e basta.  Ho lo stesso valore dello steccato dell’ovile.
Nessuno si accorge davvero di me. Per questo ho deciso di sparire. Me ne sono andata di notte. Prima che il pastore se  ne rendesse conto, ero lontana.
In quei primi momenti ero ubriaca di felicità. Saltellavo tra le rocce, mangiavo solo l’erba più tenera, dove volevo e quando volevo. Bevevo ai ruscelli quando mi pareva, riposavo all’ombra quando ne avevo voglia. Lana, latte, agnellini tutto sarebbe stato mio. Io esistevo finalmente!
Per due notti solo le stelle hanno vegliato il mio sonno. Che bisogno c’è di un pastore?
Ma questa sera l’ho sentito. Ho sentito la sua presenza, il suo odore, il tonfo felpato dei suoi passi. Il lupo è qui vicino.
Mi sono rannicchiata tra questi due massi. Non riuscirei a scappare. Non so correre. Gli occhi del lupo brillano più delle stelle e la sua lingua fiammeggia fra le zanne scintillanti. Tra poco sarà finita.
Ma... Due mani callose mi strappano al mio miserabile rifugio, due grosse mani d’uomo che conosco bene. Il pastore è venuto! E’ venuto proprio per me!
“Finalmente ti ho trovata! Torniamo a casa: Mi sei mancata “Settantadue”.

Un racconto per riflettere: "La farfalla e il cavolfiore". (clicca la foto)

Era una bella mattina di primavera e il sole scaldava il prato verde, trapuntato di fiori. Su uno di essi aveva dormito una bella farfalla che, stiracchiandosi, distese le ali variopinte per asciugarle ai tiepidi raggi del sole e poi si librò nell’aria, cominciando a curiosare qua e là.Giunta sulla riva d’uno stagno, si rimirò nell’acqua ferma che le faceva da specchio."Quanto sono bella!", pensò la farfalla e, felice, si mise a volare in giro per farsi vedere ed ammirare da tutti.Ad un certo punto, però, cominciò a sentire un po’ d’appetito. Istintivamente volò verso un orto dove c’era una distesa di cavoli freschi e turgidi. Si fermò sul più grosso e bello, provò ad assaggiarlo, succhiò un po', ma subito si ritrasse disgustata. - Puah! Che cattivo odore e che saporaccio! Ho fatto male a venire qui nell’orto, dovevo andarmene in qualche bel giardino ricco di rose e garofani, di dalie e giunchiglie profumate. Il cibo dell’orto non fa per me, io ho bisogno di cose più delicate. - Hai cambiato gusto a quel che sembra! - Osservò ironicamente il cavolfiore offeso - Ti ho conosciuto in ben altre condizioni, bella mia, quando eri meno elegante e colorata. Ricordo bene quando eri un bruco nudo e crudo, per niente bello da vedere, e fui proprio io a darti cibo e alloggio. - Il cibo dell’orto non fa per me, io ho bisogno di cose più delicate! - Rispose risentito l’insetto. - Allora il sapore delle mie foglie ti sembrava buono e appetitoso. Ora che sei cresciuta, cambiata, rivestita di seta e di splendidi colori, frequenti giardini profumati e disdegni i buoni amici d’un tempo… Hai poca memoria e troppa boria! Sei bella, sì…ma non sei buona se disprezzi chi ti ha cresciuta senza chiederti niente. - La farfalla, tutta rossa per la vergogna, se ne volò via. 
(Lucio Apuleio)

Bellissima: "Le due ostriche e il granchio saggio" (clicca la foto)


Disse un'ostrica a una vicina: "Ho veramente un gran dolore dentro di me. E' qualcosa di pesante e di tondo, e sono stremata".
Rispose l'altra con borioso compiacimento: "Sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori".
Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche, e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: "Si, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta dentro di sé è una perla di straordinaria bellezza".

E' la grazia più grande, quella dell'ostrica. Quando le entra dentro un granello di sabbia, una pietruzza che la ferisce, non si mette a piangere, non strepita, non si dispera. Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla: il capolavoro della natura.


Dal libro: Quaranta Storie nel Deserto (Bruno Ferrero)

Storia Zen. I ciliegi... (click per leggere)


Due ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. Li vide una nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie... ma non fu sufficiente, i ciliegi non si toccarono. Li vide una tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami... ma non fu sufficiente, i ciliegi non si toccarono... Li vide una montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi... ma non fu sufficiente, i ciliegi non si toccarono. Nuvola, tempesta e montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo... (Web)

La parabola della vita e la ruota palindromica... DA NON PERDERE !! (clicca qui per leggere)


LA PARABOLA DELLA VITA

Il Primo giorno, Dio creò la Mucca e disse:

Dovrai andare nei campi con il contadino, soffrire tutto il giorno sotto il sole,

figliare in continuazione e farti spremere tutto il latte possibile.

Ti concedo un'aspettativa di vita di 60 anni.

La Mucca rispose: devo vivere una vita così disgraziata per 60 anni?

Guarda, 20 vanno benissimo, tieniti pure gli altri 40! E così fu.

Il secondo giorno, Dio creò il Cane e disse:


Dovrai sedere tutto il giorno dietro l'ingresso della casa dell'uomo,

abbaiando a chiunque si avvicini. Ti do un'aspettativa di vita di 20 anni.

Il Cane replicò: 20 anni a rompermi le palle e a romperle agli altri?

Guarda, 10 sono più che sufficienti, tieniti pure gli altri! E così fu.

Il terzo giorno, Dio creò la Scimmia e disse:

Dovrai divertire la gente, fare il pagliaccio

ed assumere le espressioni più idiote per farla ridere. Vivrai 20 anni.

La scimmia obiettò: 20 anni a fare il cretino?

Mi associo al cane e te ne restituisco 10! E così fu.

Infine, Dio creò l'Uomo e disse:


Tu non lavorerai, non farai altro che mangiare,

dormire e divertirti come un matto. Ti assegno 20 anni di vita!

E l'Uomo, implorante: Come, 20 anni ?!? solo 20 anni di questo Bengodi?

Senti, ho saputo che la Mucca ti ha restituito 40 anni,

il Cane 10 e la Scimmia altri 10;

sommati ai miei 20 farebbero 80, dalli tutti a me!!! E così fu.
 
Ecco perché nei primi 20 anni della nostra vita non facciamo altro che mangiare, dormire, giocare, scopare, godercela e non fare un granché.

Per i successivi 40 lavoriamo come bestie per mantenere la famiglia.

Per gli ulteriori 10 facciamo i cretini per far divertire i nipotini.

Gli ultimi 10 li passiamo rompendo le scatole a tutti.

***

LA RUOTA PALINDROMICA

Tutto gira intorno ad una ruota palindromica:

A 3 anni il successo è: non farsi la pipì addosso.

A 12 anni il successo è: avere tanti amici.

A 18 anni il successo è: avere la patente.

A 20 anni il successo è: avere rapporti sessuali.

A 35 anni il successo è: avere moltissimi soldi.

A 50 anni il successo è: avere moltissimi soldi.

A 60 anni il successo è: avere rapporti sessuali.

A 70 anni il successo è: avere la patente.

A 75 anni il successo è: avere tanti amici. 

A 80 anni il successo è: non farsi la pipì addosso!

La lepre e il corvo... ihihih (click per leggere)

Un giorno una lepre vede un corvo appollaiato su un ramo e gli chiede: "Ciao corvo, cosa fai?"
Il corvo risponde: "un caƻƻo".
"Ma come - dice la lepre - e non ti annoi?".
"No - risponde il corvo - è molto piacevole e gratificante, dovresti provare anche tu".

Così la lepre incuriosita si siede alla base dell'albero ed inizia a non fare un caƻƻo.
Poco dopo passa una volpe e si mangia la lepre.

Morale:
Per non fare un caƻƻo devi essere seduto molto in alto.


Lettera ironica a Radio Maria... (click per leggere)

"Tempo fa un noto religioso, dalle onde radio di Radio Maria, ha risposto ad un ascoltatore che l'omosessualità è un abominio, in quanto lo dice espressamente la Bibbia (Levitico, 18,22)".

Dieci giorni dopo quello stesso ascoltatore ha scritto questa lettera al noto religioso...


"Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore.


Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile.


Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio.


Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.


Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?


Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1.9). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l’ odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?


So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Levitico 15:19-24). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s’offendono.


Levitico 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?


Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?


Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Levitico 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?


Levitico 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’ altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere... La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?


Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27). In che modo devono esser messi a morte?


In Levitico 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?


Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Levitico 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?


So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande.



Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

Sempre suo ammiratore devoto”

(non sappiamo se sia vera o no... certo è che non si può non ridere !)

Vivi come credi... (click per leggere)


C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “guardate quel ragazzo quanto è maleducato…lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”.
Allora la moglie disse a suo marito: “non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.”
Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “guardate che svergognato quel tipo…lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”.
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino.
E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!
Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta.
Gli spaccheranno la schiena!
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “guarda quei tre idioti: camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”

Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi. fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama…e vivi intensamente ogni momento della tua vita…prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (C. Chaplin)

Il pescatore... (click qui per leggere)


Sul molo di un piccolo villaggio messicano, un turista americano si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto.
Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo. Il pescatore risponde: "Non ho impiegato molto tempo" e il turista: "Ma allora, perchè non è stato di più, per pescarne ancora?"
Il messicano gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia. Il turista chiese: "Ma come impiega il suo tempo?" E il pescatore: "Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera vado al villaggio, ritrovo gli amici, beviamo insieme qualcosa, suono la chitarra, canto qualche canzone, e via così, trascorro appieno la vita." 
Allorchè il turista fece: "La interrompo subito, sa sono laureato ad Harvard, e posso darle utili suggerimenti su come migliorare. Prima di tutto dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno di più. Così logicamente prenderebbe più pesce. Il pesce in più lo potrebbe vendere e comprarsi una barca più grossa. Barca più grossa significa più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi più barche… Potrà permettersi un’intera flotta! Quindi invece di vendere il pesce all’uomo medio, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una sua. In seguito potrà lasciare il villaggio e trasferirsi a Mexico City o a Los Angeles o magari addirittura a New York! Da lì potrà dirigere un’enorme impresa!"
Il pescatore lo interruppe: "Ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo mi ci vorrebbe?"
E il turista: "20, 25 anni forse" quindi il pescatore chiese: "….e dopo?"
Turista: "Ah dopo, e qui viene il bello, quando il suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare miliardi!" E il pescatore: "miliardi? E poi?"
Turista: ‘E poi finalmente potrà ritirarsi dagli affari e andare in un piccolo villaggio vicino alla costa, dormire fino a tardi, giocare con i suoi bimbi, pescare un po’ di pesce, fare la siesta, passare le serate con gli amici bevendo qualcosa, suonando la chitarra e trascorrere appieno la vita !!!"

Il bimbo e le stelle marine... (click per leggere)

Una tempesta terribile si abbattè sul mare.
Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio. Aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare. Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa. Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente. All’improvviso il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripetè l’operazione. Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiamò: “Ma che fai ragazzino?” “Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia” – rispose il bambino senza smettere di correre. “Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!” – gridò l’uomo. “E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!” Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “Ho cambiato le cose per questa qui”. L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.

“Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.”

Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini... (click qui per leggere)


Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini.
Egli disse loro: "Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi. Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia, il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza, l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria, la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo. L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità, l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità e la fiducia. La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona." I nipoti rifletterono su queste parole per un po’ e poi uno di essi chiese: "Quale dei due vincerà?" L’anziano rispose semplicemente: "Quello che nutri..."

Bellissima. "Oggi, un bimbo mi chiede: "Ma il cuore... (click qui per leggere)


Oggi, un bimbo mi chiede: "Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?".

Io: "No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra... "


Ed intanto penso...

...Poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.
Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po' ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.
Poi, ci sarà un altro giorno..... Un giorno un po' diverso..... Un po' speciale..... Un po' importante.... Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.

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