"Un racconto per riflettere": l'asino nel pozzo (clicca la foto)
Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si
era fatto male, ma non poteva più uscire. Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai
lamenti dell'asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma
dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele. Poiché
l'asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era
ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri
contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo. Il povero asino
imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano
dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto
irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate
di terra, l'asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di
guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra. Finalmente il
contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide, L'asino si
scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva
sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di
più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino
l'asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.
MORALE: Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l'alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci da una mano per aiutarci.
MORALE: Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l'alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci da una mano per aiutarci.
Dieci regole per riconoscere un imbecille (clicca la foto)
I) L'Imbecille, per sua natura, infastidisce e danneggia il
prossimo.
II) L'Imbecille non ci ricava niente, anzi ci rimette.
III) Il cattivo a volte si riposa, l'Imbecille mai.
IV) L'Imbecille non ha niente da dire e lo ribadisce
continuamente.
V) L'Imbecille trasforma l'utile in inutile attraverso il
dannoso.
VI) Contro gli Imbecilli, anche Dio combatte invano.
VII) L'Imbecille si annida ovunque. Fra i parenti, gli
amici, gli amici degli amici.
VIII) L'Imbecille non ti abbandona mai soprattutto quando
non ne hai bisogno.
IX) L'Imbecille è ciò che più si avvicina al concetto di
infinito.
X) Più si è Imbecilli e più si sente forte il desiderio di
farlo sapere.
Splendida lettera di un padre ad un figlio (clicca qui per leggere)
Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco
quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo
che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre
le stesse cose, non mi interrompere...
ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa
storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non
biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti
dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando
vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario
e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza
per insegnarti l'abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o
perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e
se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello
che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi
ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo
passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue
mani forti nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi
i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto... non
arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di
capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai
che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho
tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po'
della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo
stesso modo in cui io l'ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a
finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un
sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te.
Sei amico quando... (clicca qui per leggere)
Sei amico dello Stato quando accetti cosa ti impone, non fai
domande e non lo contesti…
Sei amico di un pezzo grosso quando scopri che era tuo
compagno di scuola (“tranquilli, ho un amico che…”) anche se non lo vedi da 20
anni e ti stava sulle balle...
Sei amico della mafia quando accetti cosa ti impone, non fai domande e non la contesti…
Sei (uomo) un amico della donna fino a quando non gliela
chiedi…
Sei (donna) un’amica dell’uomo fino a quando gli dici che
non vuoi dargliela…
Sei amico di un commerciante nel momento in cui, senza
chiedertelo, smette di farti lo scontrino…
Sei amico del tuo compagno di elementari quando ti dice “diventiamo
amici?”…
Sei amico del tuo parrucchiere fino a quando non perdi i
capelli…
Sei amico di un tizio su Facebook perché hai messo mi piace
al suo commento…
Sei amico di un vigile fino a quando non ti becchi una multa…
Sei amico del Sindaco perché lo hai votato…
Sei amico di te stesso quando hai torto ma sei l’unico a
darti ragione…
Sei amico di un tizio perché gli hai prestato soldi… diventi
suo nemico quando glieli richiedi indietro…
AMICIZIA… Un parolone, troppo spesso se ne abusa, troppo
spesso viene usato quando non serve, troppo spesso pensiamo di sapere cosa
voglia dire. L’amicizia non si spiega, l’amicizia esiste… e basta… L’amicizia è
un elemento invisibile, nel cuore di ognuno di noi… nessuno potrà mai vederla o
toccarla nonostante, spesso, sia grande
e indistruttibile.
© Le Perle di un Pirla
Magra o grassa? Un racconto assolutamente da leggere ! (clicca la foto)
Qualche tempo fa, all'entrata di una palestra, si poteva
vedere un cartello con la foto di una ragazza dal fisico spettacolare con su
scritto: "Quest'estate, preferite essere una sirena o una balena?"
Si racconta che una donna, della quale non conosciamo
l'aspetto fisico, rispose a questa domanda nel seguente modo:
"Egregi signori, le balene sono sempre circondate di
amici (delfini, foche, uomini curiosi), conducono una vita sessuale molto
attiva e accudiscono i propri piccoli con molto affetto. Si divertono come
matte con i delfini e mangiano gamberi fino a strafogarsi. Nuotano tutto il
giorno e viaggiano verso luoghi fantastici come la Patagonia, il mare di Barens
o le barriere coralline della Polinesia. Cantano magnificamente e in alcuni
casi incidono dei CD. Sono animali impressionanti e molto amati, difesi e
ammirati in tutto il mondo. Le sirene non esistono, ma se esistessero,
farebbero la fila nello studio di un psicologo, in seguito ad un problema di
sdoppiamento della personalità: donna o pesce? Non avrebbero alcuna vita
sessuale né potrebbero avere figli. Sarebbero affascinanti, certo, ma solitarie
e tristi. E inoltre, chi vorrebbe accanto una ragazza che odori di pesce? Senza
dubbio, preferisco essere una balena!"
In assoluto il più bel regalo di Natale... (clicca la foto)
Il
bambino sulla sinistra sta andando da Babbo Natale a chiedere che suo padre torni dalla missione di guerra. Non sa che il suo desiderio si
realizzerà proprio dopo pochi istanti...
L'insulto..."senza parolacce" - Scambio volentieri le mie... (click per leggere)
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Ecco come trattavano i cani nel 1877... (clicca la foto)
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Un racconto da leggere assolutamente. "Il Divorzio..." (clicca la foto)
Una sera,
mentre mia moglie mi serviva la cena, le presi la mano e le dissi: “Devo
parlarti”. Lei annuì e mangiò con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi
occhi.... quel dolore che all'improvviso mi bloccava la parola...
Mi feci
coraggio e le dissi: “Voglio il divorzio”. Lei non sembrò sorpresa dalle mie
parole e mi chiese soavemente: “Perché?”.
Quella sera
non parlammo più e lei pianse tutta la notte. Io sapevo che lei voleva capire
cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma non potevo risponderle... aveva
perso il mio cuore a causa di un'altra donna... Giovanna! Io ormai non amavo
più mia moglie... mi faceva solo tanta pena... mi sentivo in colpa, ragion per
cui sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e
il 30% del nostro negozio.
Lei quando
vide l'atto lo strappo in mille pezzi! Come ?! Avevamo passato dieci anni della
nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?! A me
dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me... però
non potevo farci nulla... io amavo Giovanna!
All'improvviso
mia moglie cominciò a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua
rabbia e la sua delusione.... l'idea del divorzio cominciava ad essere realtà.
Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da
letto che scriveva... non cenai e mi misi a letto... ero molto stanco dopo una
giornata passata con Giovanna.
Durante la
notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre lì seduta a scrivere... mi girai e
continuai a dormire. La mattina dopo mia moglie mi presentò le condizioni
affinché accettasse la separazione. Non voleva la casa, non voleva l'auto tantomeno
il negozio... soltanto un mese di preavviso... quel mese che stava per
cominciare l'indomani. Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla
fosse accaduto!
Il suo
ragionamento era semplice : “Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola
e non è giusto distrarlo con i nostri problemi”. Io fui d'accordo però lei mi
fece un ulteriore richiesta. “Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo,
quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto
per la prima volta... in questo mese ogni mattina devi prendermi in braccio e
devi lasciarmi fuori dalla porta di casa”. Pensai che avesse perso il cervello,
ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio e per superare
il momento in pace.
Raccontai la
cosa a Giovanna che scoppiò in una fragorosa risata dicendo: “Non importa che
trucchi si sta inventando tua moglie... dille che oramai tu sei mio... se ne
faccia una ragione!”.
Io e mia
moglie era da tanto che non avevamo più intimità, così quando la presi in
braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati.... nostro figlio invece
camminava dietro di noi applaudendo e dicendo: “Grande papà, ha preso la mamma
in braccio!”. Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore.... camminai
dieci metri con mia moglie in braccio.... lei chiuse gli occhi e mi disse a
bassa voce: “Non dirgli nulla del divorzio per favore”... Acconsentii con un
cenno, un po' irritato, e la lasciai sull'uscio. Lei uscì e andò a prendere il
bus per andare al lavoro. Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati
...lei si appoggiò al mio petto e.. potei sentire il suo profumo sul mio
maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo.... Mi
accorsi che non era più così giovane... qualche ruga, qualche capello
bianco...! Si notava il danno che le avevo fatto! Ma cosa avevo potuto fare per
ridurla così?
Il quarto
giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimità stava
ritornando tra noi.... questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della
sua vita, la sua giovinezza, un figlio.... e nei giorni a seguire ci
avvicinammo sempre più.
Non dissi
nulla a Giovanna per rispetto!
Ogni giorno
era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che
mi stavo abituando ad alzarla, e per questo ogni giorno che passava la sentivo
più leggera.
Una mattina
lei stava scegliendo come vestirsi. Si era provata di tutto, ma nessun
indumento le andava bene e lamentandosi disse: “I miei vestiti mi vanno
grandi”. Lì mi resi conto che era dimagrita tanto... ecco perché mi sembrava
così leggera! Di colpo accorsi che era entrata in depressione... troppo dolore
e troppa sofferenza pensai. Senza accorgermene le toccai i capelli ... nostro
figlio entrò all'improvviso nella nostra stanza e disse : “Papà è arrivato il
momento di portare la mamma in braccio (per lui era diventato un momento
basilare della sua vita). Mia moglie lo abbracciò forte ed io girai la testa...
ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio.
Ormai
prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima
volta che la portai in casa quando ci sposammo... la abbracciai senza muovermi
e sentii quanto era leggera e delicata... mi venne da piangere!
L'ultimo
giorno feci la stessa cosa e le dissi: “Non mi ero reso conto di aver perduto
l'intimità con te”....
Mio figlio
doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina... mia moglie restò
a casa.
Mi diressi
verso il posto di lavoro, ma a un certo punto passando davanti alla casa di
Giovanna mi fermai, scesi e corsi sulle scale... lei mi aprì la porta e io le
dissi: “Perdonami.. ma non voglio più divorziare da mia moglie!” Lei mi guardò
e disse: “Ma sei impazzito?” Io le risposi : “No... e' solo che amo mia
moglie... era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato ma
ora ho capito i veri valori della vita, dal giorno in cui l'ho portata in
braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il
resto della mia vita!” Giovanna pianse mi tirò uno schiaffo ed entrò in casa
sbattendomi in faccia la porta.
Io scesi le
scale velocemente, salii in macchina e mi fermai in un negozio di fiori, le
comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: “Cosa scriviamo sul
biglietto?” le dissi: “Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché
morte non ci separi”
Arrivai di
corsa a casa, feci le scale, entrai di corsa, mi precipitai in camera
felicissimo e col sorriso sulle labbra...... ma mia moglie era a terra...
morta!
Stava
lottando contro il cancro mentre io invece ero occupato a passare il tempo con
Giovanna senza nemmeno accorgermene.
Lei per non
farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi
chiese un mese di tempo... sì un mese... affinché a nostro figlio non rimanesse
un cattivo ricordo del nostro matrimonio.... affinché nostro figlio non subisse
traumi..... affinché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso
e innamorato della madre.
Questi sono
i dettagli che contano in una relazione... non la casa.... non la macchina....
non i soldi... queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece
dividono.
Cerchiamo
sempre di mantenere il matrimonio felice... ricordando sempre il primo giorno
di questa bella storia d'amore.
A volte non
diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.
Riflettiamo veramente prima di prendere decisioni che faranno male a noi
stessi..
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